Comunità Energetiche: creare, gestire e risparmiare con l’energia condivisa
Immagina un mondo dove l’energia non è più un bene da comprare, ma una risorsa da condividere, produrre insieme e usare in modo intelligente. Un po’ come una grande famiglia che si aiuta a vicenda.
Le comunità energetiche stanno trasformando questa idea in realtà, rivoluzionando il modo in cui consumiamo e produciamo energia.
Non si tratta solo di risparmiare sulla bolletta o fare la cosa giusta per l’ambiente, ma di creare una rete di persone, famiglie e imprese unite da un obiettivo comune: energia pulita, sostenibile e a portata di mano.
Scopriamo insieme cosa sono le comunità energetiche, come funzionano e perché stanno conquistando sempre più spazio nel futuro dell’energia.
Cos’è una comunità energetica
Le comunità energetiche sono gruppi di persone, famiglie, aziende o enti pubblici che si uniscono per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile in modo collettivo.
L’obiettivo è creare un sistema più sostenibile, autonomo e vantaggioso dal punto di vista economico e ambientale.
In pratica, i membri di una comunità energetica diventano produttori e consumatori di energia allo stesso tempo, riducendo la dipendenza dalle fonti tradizionali e favorendo l’uso di energia pulita.
Esistono diversi tipi di comunità energetiche:
- CER (Comunità Energetiche Rinnovabili): gruppi che si dedicano esclusivamente alla produzione e allo scambio di energia da fonti rinnovabili come il fotovoltaico o l’eolico.
- AUC (Autoconsumatori di energia collettivi): soggetti che condividono l’energia prodotta e consumata in modo congiunto, spesso a livello condominiale o di vicinato.
- Gruppi di autoconsumo: configurazioni meno formalizzate dove i membri condividono l’energia prodotta, ma con vincoli e modalità differenti.
Come funziona una comunità energetica
Il funzionamento di una comunità energetica si basa su alcuni pilastri tecnologici e organizzativi:
- Produzione: tramite impianti di energia rinnovabile come pannelli fotovoltaici o turbine eoliche installati presso i membri o in siti dedicati.
- Accumulo: sistemi di batterie che consentono di immagazzinare l’energia prodotta e usarla quando serve, ottimizzando l’autoconsumo.
- Distribuzione: una rete intelligente (smart grid) che gestisce in modo efficiente la condivisione dell’energia tra i partecipanti.
- Monitoraggio: contatori intelligenti che misurano la produzione, lo scambio e il consumo in tempo reale, garantendo trasparenza e correttezza nelle divisioni.
L’energia prodotta in eccesso può essere condivisa all’interno della comunità, riducendo la quantità di energia da acquistare dalla rete tradizionale e abbattendo i costi per tutti i membri.
Le tecnologie al cuore delle CER
Le Comunità Energetiche si basano su un insieme di tecnologie intelligenti e sostenibili che rendono possibile la produzione, la condivisione e il monitoraggio dell’energia. Ecco le principali:
- Impianti fotovoltaici
Il fotovoltaico è la fonte primaria di energia rinnovabile nelle CER. Gli impianti, installati su tetti di edifici, capannoni o aree condivise, trasformano l’energia solare in elettricità pulita e distribuita tra i membri della comunità. - Sistemi di accumulo (batterie)
Permettono di immagazzinare l’energia prodotta ma non immediatamente consumata, per utilizzarla in un secondo momento (ad esempio la sera o nei giorni nuvolosi), ottimizzando l’autoconsumo. - Smart grid (reti intelligenti)
Sono reti elettriche evolute che gestiscono in modo efficiente i flussi di energia tra produttori, consumatori e accumuli. Consentono il bilanciamento dinamico tra produzione e consumo locale. - Contatori intelligenti (smart meter)
Registrano in tempo reale l’energia prodotta, condivisa e consumata da ciascun membro della comunità. Sono fondamentali per calcolare i benefici economici e gestire in modo trasparente i flussi energetici.
Queste tecnologie, già oggi ampiamente disponibili e affidabili, rendono le CER non solo un modello sostenibile, ma anche all’avanguardia sul piano tecnologico, in linea con la transizione energetica digitale.
Come si costituisce una comunità energetica
Costituire una comunità energetica non è un processo complesso, ma richiede una pianificazione accurata e alcuni passaggi chiave per garantire il corretto funzionamento del sistema, sia dal punto di vista tecnico che organizzativo.
Dalla creazione del soggetto giuridico alla realizzazione degli impianti, ogni fase è fondamentale per costruire una comunità efficiente, sostenibile e capace di generare valore per tutti i partecipanti.
- Costituzione formale: si crea un soggetto giuridico, ad esempio una cooperativa, un’associazione o una società.
- Progettazione tecnica: definizione degli impianti da installare, analisi dei fabbisogni e della rete di distribuzione.
- Autorizzazioni: ottenimento dei permessi necessari presso enti locali e gestori di rete.
- Installazione: realizzazione degli impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e infrastrutture di rete.
- Attivazione e gestione: avvio delle attività operative con monitoraggio continuo e supporto ai membri.
Chi può aderire?
Possono far parte di una comunità energetica cittadini privati, condomini, aziende, enti pubblici e associazioni locali.
L’adesione è particolarmente indicata per chi vuole ridurre i costi energetici, aumentare l’autonomia e contribuire alla sostenibilità ambientale.
Spesso le comunità nascono a livello territoriale, coinvolgendo soggetti vicini geograficamente per facilitare la condivisione e la gestione.
Quali sono i vincoli da considerare nella costituzione di una comunità energetica
Uno dei principali vincoli delle comunità energetiche è di tipo geografico:
- i partecipanti devono essere ubicati in aree prossime tra loro, per poter condividere fisicamente l’energia prodotta. Questo perché la rete locale deve poter gestire in modo efficiente il flusso energetico.
Oltre a questo, ci sono limiti tecnici imposti dai gestori di rete e vincoli normativi riguardanti la capacità degli impianti e la loro connessione.
Per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica, tutti i partecipanti alla Comunità Energetica, siano essi consumatori finali o autoconsumatori (cioè chi possiede un impianto rinnovabile e produce energia per sé e per la comunità), mantengono i loro diritti di clienti finali.
Ciò significa che conservano la libertà di scegliere il proprio fornitore di energia e hanno la possibilità di uscire dalla comunità quando lo desiderano, seguendo le regole stabilite nello statuto della CER.
Le stesse facoltà di ingresso e uscita sono garantite anche ai produttori di energia da fonti rinnovabili.
Quanto costa aderire a una CER?
L’adesione a una comunità energetica rinnovabile è oggi accessibile e sostenibile anche dal punto di vista economico.
I costi variano in base al modello organizzativo scelto, alla forma giuridica adottata e agli accordi tra i soci fondatori, ma nella maggior parte dei casi restano contenuti, o addirittura nulli, per i semplici consumatori.
Le spese iniziali riguardano principalmente la costituzione della CER, come gli onorari per notaio e commercialista, oltre a eventuali costi di gestione e amministrazione. Questi oneri vengono spesso sostenuti dal produttore, ovvero il soggetto che installa l’impianto fotovoltaico e mette a disposizione l’energia rinnovabile condivisa.
Le comunità energetiche in Italia
Il fenomeno delle comunità energetiche e dell’energia rinnovabile in Italia è in forte crescita, anche se ancora in fase di consolidamento. I dati aggiornati al 2024 mostrano un interesse sempre maggiore da parte di cittadini, enti pubblici e imprese verso modelli di autoconsumo condiviso, sostenuti da un quadro normativo finalmente più stabile e da tecnologie sempre più accessibili.
Secondo l’Electricity Market Report 2024 del Politecnico di Milano, a maggio 2024 risultano in Italia 168 iniziative legate all’autoconsumo collettivo e alle CER, quasi il doppio rispetto al 2023 (+89%). Tuttavia, solo 46 sono effettivamente attive, mentre le restanti 122 sono ancora in fase progettuale.
Uno dei principali motivi di questa differenza è il fatto che molte configurazioni sono nate sotto la normativa transitoria, prima dell’entrata in vigore del Decreto CACER e dell’apertura dello sportello GSE per gli incentivi.
Cosa frena la diffusione?
Nonostante l’interesse crescente, infatti, ci sono ancora criticità che rallentano la realizzazione delle CER:
- Normativa recente e complessa: molte regole sono state chiarite solo nel 2024, rallentando la piena operatività dei progetti.
- Ruoli e responsabilità poco chiari, soprattutto per il soggetto referente della comunità.
- Incertezze fiscali, in particolare per CER non costituite come associazioni o con impianti sopra i 200 kW.
- Vincolo del 55% di energia condivisa: oltre questa soglia, gli incentivi possono andare solo a famiglie, enti pubblici o progetti con finalità sociali, escludendo le imprese.
- Iter burocratico complesso e difficoltà nel reperire dati tecnici dai contatori elettronici.
Le regioni più attive in cui si concentrano le comunità energetiche sono (dato 2024): Piemonte, Lazio, Sicilia e Lombardia.
Queste quattro regioni raccolgono circa 80 progetti, ovvero quasi la metà del totale nazionale. Tuttavia, tutte le regioni italiane contano almeno una iniziativa attiva o in fase di sviluppo.
Cosa c’è da sapere su normativa, aspetti fiscali e incentivi
Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono oggi sostenute da un quadro normativo sempre più solido e da un insieme di incentivi economici e fiscali pensati per facilitarne la nascita, la gestione e la diffusione. Il Governo, con il supporto del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e dei fondi del PNRR, ha previsto contributi importanti e tariffe premianti per promuovere l’autoconsumo e la produzione da fonti rinnovabili.
Vediamo in sintesi le principali norme e misure attive nel 2025.
Principali decreti di riferimento
- M. 414/2023 – Decreto CER o CACER
Definisce i criteri per l’accesso agli incentivi destinati alla produzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili in configurazioni di autoconsumo collettivo (CER e gruppi di autoconsumatori). - M. 228/2025 – Regole operative del GSE
Stabilisce le modalità pratiche per accedere:- al servizio per l’autoconsumo diffuso
- ai contributi in conto capitale previsti dal PNRR
Include:
- Requisiti temporali per l’entrata in esercizio degli impianti
- Criteri di calcolo per la tariffa incentivante in caso di cumulo con altri contributi
- Modalità per la cessione del credito e mandato all’incasso, riservati ai consumatori non imprese o per finalità sociali
- Soglie minime di energia condivisa per mantenere il diritto agli incentivi
- M. 106/2024 – Decreto Corrispettivi
Definisce i corrispettivi economici che il GSE potrà richiedere a chi beneficia degli incentivi e dei contributi PNRR.
Incentivi economici attivi nel 2025
Tariffa incentivante GSE | Riconosciuta per 20 anni, da 0,06 €/kWh a 0,12 €/kWh, con una maggioranzione fino a 0,01 €/kWh in base alla localizzazione geografica degli impianti. |
Fino al 40% delle spese ammissibili per impianti situati in comuni sotto i 50.000 abitanti. Valido fino al 30 novembre 2025, salvo esaurimento fondi (budget complessivo: 2,2 miliardi di euro). | |
Valorizzazione energia auto-consumata | Contributo ARERA pari a 0,0104 €/kWh per l’energia condivisa e consumata dai membri della comunità. |
Vendita dell’energia in eccesso (ritiro dedicato) | Possibilità di vendere sul mercato l’energia non auto-consumata, ottenendo un compenso economico dal GSE. |
Tutti i vantaggi delle comunità energetiche
Entrare a far parte di una comunità energetica non significa solo produrre e condividere energia: è una scelta strategica, sostenibile e conveniente, che può portare benefici concreti sia a livello individuale che collettivo.
Le comunità energetiche rappresentano un nuovo modello energetico basato sulla collaborazione, sulla responsabilizzazione dei cittadini e sull’innovazione tecnologica.
Dalle famiglie alle imprese, passando per enti pubblici e associazioni, tutti possono trarre vantaggio da questa forma di energia condivisa, contribuendo nel contempo alla transizione ecologica.
Ecco i principali vantaggi associati alle comunità energetiche e all’energie rinnovabile:
Risparmio economico | Grazie all’autoconsumo e alla condivisione dell’energia, si riducono i costi in bolletta. |
Sostenibilità ambientale | Promuovendo l’uso di fonti rinnovabili, si abbaettono le emissioni di CO₂ e si tutela l’ambiente. |
Autonomia energetica | Si diminuisce la dipendenza dalla rete elettrica nazionale, aumentando il controllo sui consumi. |
Coesione sociale | La comunità si rafforza, creando legami tra cittadini, imprese ed enti locali con un obiettivo comune. |
Innovazione tecnologica | Si adottano soluzioni avanzate come smart grid, contatori intelligenti e sistemi di accumulo. |
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