Elisa Nicoli

Ha fatto della sostenibilità la sua filosofia di vita; intervistiamo Elisa Nicoli, green influencer, scrittrice ed educatrice ambientale. Da anni, con etica e passione, condivide le proprie scelte in fatto di ecologia e “zero waste”. Oggi è una fonte di ispirazione per chi vuole consumare il giusto.

1. Quando è scattato quel “clic” per cui hai deciso di dedicarti ad approfondire il vasto tema della sostenibilità?

La priorità di pesare meno sulla Terra e di comunicare questa necessità a più persone possibili ha sempre fatto parte di me. Ne ho innanzitutto fatto un percorso di vita e poi ho imparato a raccontarlo.

2. Stile di vita “zero waste”: tu lo hai adottato da tempo, cosa comporta e quali sono i benefici di questa decisione?

Diminuire i rifiuti fa parte del mio continuo percorso per la riduzione del mio impatto. E anche ciò che mi dà più soddisfazioni, perché un rifiuto racconta molto di te: come ti nutri, come ti vesti, con cosa pulisci la tua casa, quanto acquisti online, con cosa ti prendi cura di te… Perché un rifiuto non è solo un problema di smaltimento, ma del consumo di tutte le risorse che sono state necessarie per l’intero suo ciclo di vita, nonché di tutti i gas serra emessi.

Guarda il video

3. In cosa consiste la tua professione di “Green content creator”?

Creo contenuti, principalmente video ormai, a tematica ambientale per i miei canali social (Instagram, TikTok, YouTube e Facebook), ma anche per altri profili che me lo chiedono. È un impegno continuativo, perché bisogna sempre essere “sul pezzo”. È un lavoro che dà però davvero tante soddisfazioni, perché finalmente i miei temi, quelli di cui mi sono sempre occupata da 15 anni a questa parte, trovano un pubblico sempre più ampio.

4. Hai una pagina Instagram molto seguita. Quali valori desideri comunicare alla tua community? Quali sono i contenuti che incuriosiscono di più chi ti segue?

I miei valori non sempre traspaiono dai miei contenuti, ma è ciò che serpeggia sempre in tutte le cose che faccio: ecologia profonda. Non bisogna guardare le cose con il paraocchi, ma tenere tutto assieme. Non si può solo agire su di un aspetto della propria vita, ma bisogna cercare di avere un pensiero sistemico. L’alimentazione, la cura della casa, la cura del corpo, il modo di viaggiare, il modo di relazionarsi: tutto dovrebbe avvenire nel rispetto della Terra e dei suoi abitanti. La sostenibilità non è solo nei confronti dell’ambiente o degli animali, ma è anche sociale. E anche verso sé stessi. Non ci si può torturare se non si riesce a diventare vegani. Bisogna portare innanzitutto rispetto verso sé stessi e di conseguenza riusciremo a rispettare ciò che ci circonda.
I contenuti social dove smitizzo un po’ le convinzioni di una vita green sono sicuramente quelli di maggiore interesse e dibattito.

5. Tra le diverse iniziative sostenibili intraprese, nel 2013 hai co-creato “Autoproduco”, un laboratorio di autoproduzione: ci racconteresti di cosa si tratta?

È un vecchio progetto che rispecchiava la mia necessità di fare da me la quantità maggiore di cose possibile. E, di conseguenza, trasmettere poi queste competenze alle altre persone. Con il diffondersi di una maggiore offerta di prodotti sostenibili e meno imballati sul mercato, non sempre l’autoproduzione è la soluzione a minore impatto, per cui sto lavorando meno in quella direzione. Di quel progetto resta solo il sito autoproduco.it che tengo online, ma che non sto più alimentando di nuovi contenuti.

6. Quali consigli daresti per ridurre concretamente il nostro impatto sull’ambiente?

La cosa fondamentale è la consapevolezza e l’informazione. Non seguire le mode, ma farsi sempre tante domande. Prendere coscienza dei settori in cui impattiamo di più è la base da cui partire per cominciare ad agire diversamente. L’abitudine è la rovina del nostro Pianeta. Dobbiamo rivoluzionare le nostre vite, con positività e voglia di porci sempre delle nuove, entusiasmanti sfide.

 

 

Leggi anche:
Cos’è l’impronta ecologica e come si riduce