Green Jobs: quali saranno i lavori del futuro?
La crescente importanza dei lavori green
Non esiste un pianeta B e proprio per questo nel futuro esisteranno sempre più lavori green. Già nel 2011 Juan Somavia, direttore generale dell’International Labour Organization (ILO), dichiarava:
È tempo di muoverci verso un’economia caratterizzata da basse emissioni di carbonio e da un alto tasso di posti di lavoro. I green jobs posseggono in sé la promessa di un triplo dividendo: imprese sostenibili, riduzione della povertà e ripresa economica basata sul lavoro.1
Ma quali saranno le figure del futuro, già oggi presenti? Vediamole insieme.
Waste manager: chi è e di cosa si occupa
Il suo compito è analizzare, monitorare e ottimizzare i costi di smaltimento dei rifiuti aziendali.
La figura del waste manager deve avere un’ampia conoscenza delle procedure, tecnologie e norme riguardanti la gestione degli scarti, oltre che sui materiali e i processi sostenibili. E ovviamente deve bilanciare tutto ciò con la spesa economica aziendale.
Cosa fa e come diventare un Esperto ambientale
Il lavoro dell’Esperto ambientale consiste nel gestire da un punto di vista tecnico, giuridico e amministrativo tutte le questioni di carattere ambientale, al fine di tutelare l’ecosistema ed evitare eventuali sanzioni all’azienda o all’ente.
Grazie alle sue conoscenze è in grado, per esempio, di analizzare il trattamento delle acque reflue, organizzare la gestione dei rifiuti, migliorare l’efficientamento energetico e controllare le emissioni in atmosfera.
Le mansioni, insomma, sono molteplici e variano in base al contesto di competenza, principalmente però possiamo dire che si occupa di studiare l’impatto ambientale dell’impresa per cui lavora.
La sua è una figura trasversale perché può dover effettuare anche sopralluoghi di impianti, cantieri e siti produttivi, oltre che raccogliere e analizzare dati e campioni di terra, acqua e aria nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza e ambiente.
Energy Manager
L’Energy Manager è colui o colei che monitora, gestisce e ottimizza l’uso energetico di un’azienda. In realtà non si tratta di una novità: in Italia questa figura è stata istituzionalizzata già nel 1982 con la legge 3082, ma è in questi anni che si sta facendo sempre più necessaria.
L’esperto in gestione dell’energia
Il suo lavoro è non far sprecare energia e, per risparmiare anche sui caratteri, si può chiamare con l’acronimo EGE. È “nato” nel 2009 con la norma UNI-CEI 11339 che ne richiede una certificazione specifica e il suo obiettivo è quello di far raggiungere all’azienda la massima efficienza, soprattutto in vista della liberalizzazione dei mercati (ne abbiamo parlato qui) e di tutti i cambiamenti che arriveranno. L’esperto in gestione dell’energia deve saper far quadrare la questione ambientale con i bilanci.
Il tecnico edile esperto in efficienza energetica
L’obiettivo di Governi e aziende è quello di avere in futuro edifici che sappiano produrre autonomamente tutta l’energia di cui hanno bisogno grazie alle fonti rinnovabili.
È chiaro che questa direzione porta un cambiamento nel mondo delle costruzioni, che deve avvalersi di nuove tecnologie e abilità. Qui entra in gioco il tecnico edile esperto in efficienza energetica, una figura che dovrà essere in grado di:
- aggiornarsi continuamente;
- conoscere gli strumenti di monitoraggio delle prestazioni energetiche;
- sapere quali tecnologie sono disponibili sul mercato;
- informarsi sui protocolli di certificazione energetica e ambientale;
- unire la conoscenza teorica a quella pratica del cantiere.
Il giardiniere o contadino di spazi verticali
Anche in città sta aumentando il desiderio di avere un proprio spazio verde, soprattutto dopo il lockdown, e abitare in un grattacielo non è più un limite a questo sogno, come dimostra il Bosco Verticale di Milano ideato da Stefano Boeri. Chi non ha il pollice verde, potrà sempre rivolgersi ai giardinieri di spazi verticali, che, a differenza dei loro colleghi “tradizionali”, devono avere un requisito fondamentale: non soffrire di vertigini. Ecco infatti come lavorano i “flying gardeners”.