Scaldabagno elettrico: quanto consuma davvero e come ottimizzarne l’uso
Che sia estate o inverno, una doccia calda è un piccolo piacere quotidiano a cui difficilmente rinunciamo.
Ma ti sei mai chiesto quanto incide in bolletta questo comfort? Lo scaldabagno elettrico è uno degli elettrodomestici più “energivori” della casa, eppure spesso lo sottovalutiamo.
Capire il consumo del boiler elettrico, come funziona e quali accorgimenti adottare può fare la differenza tra un bagno rilassante e un salasso mensile.
In questo articolo trovi una guida completa, semplice e utile, per orientarti tra i diversi tipi di scaldabagno elettrico, stimare i consumi reali e mettere in pratica qualche trucco per risparmiare energia (e denaro), senza rinunciare al comfort.
Come funziona uno scaldabagno elettrico
Lo scaldabagno elettrico è un apparecchio che riscalda l’acqua tramite una resistenza elettrica, portandola alla temperatura desiderata per l’uso sanitario (docce, lavandini, ecc.).
Il funzionamento è semplice:
- L’acqua fredda entra nel serbatoio o nel circuito;
- La resistenza elettrica si attiva e scalda l’acqua fino alla temperatura impostata;
- Un termostato interno controlla il processo e mantiene costante la temperatura;
- L’acqua calda è pronta all’uso quando apri il rubinetto.
Il tipo di funzionamento cambia leggermente a seconda della tecnologia adottata: istantanea o ad accumulo. Vediamole nel dettaglio.
Le tipologie di scaldabagno elettrico
Quando si parla di boiler elettrici, non esiste un modello “giusto” per tutti. La scelta dipende dalle esigenze quotidiane, dallo spazio disponibile e da quanto spesso si utilizza l’acqua calda. C’è chi vive da solo e ha bisogno solo di una doccia rapida al giorno, e chi invece deve soddisfare le esigenze di una famiglia numerosa.
Conoscere le due principali tipologie di scaldabagno elettrico ti aiuterà a fare la scelta più adatta e, perché no, anche a risparmiare.
Scaldabagno istantaneo
Questo modello riscalda l’acqua solo quando serve, al momento dell’uso. Non ha serbatoio e si attiva appena apri il rubinetto dell’acqua calda.
Pro:
- Nessuna dispersione termica
- Dimensioni ridotte
- Consumi solo quando necessario
Contro:
- Richiede potenza elettrica elevata (fino a 6 kW)
- Non adatto a più punti acqua contemporanei
Quando conviene: per case piccole, lavandini, cucine o seconde case dove l’uso dell’acqua calda è saltuario.
Scaldabagno ad accumulo
È il più comune nelle case italiane. Ha un serbatoio che riscalda e conserva l’acqua calda, pronta per l’uso in qualsiasi momento.
Pro:
- Maggiore comfort: l’acqua è subito disponibile
- Adatto a famiglie e usi prolungati
- Minore potenza elettrica richiesta
Contro:
- Perde calore nel tempo (a meno che sia ben isolato)
- Occupa più spazio
Quando conviene: se usi l’acqua calda più volte al giorno o se devi alimentare più rubinetti insieme (doccia, cucina, lavatrice).
Scaldabagno a pompa di calore: la versione smart
Se ti stai chiedendo se esiste uno scaldabagno elettrico a basso consumo senza rinunciare al comfort, la risposta è: sì, e si chiama scaldabagno a pompa di calore. È la soluzione più evoluta dal punto di vista dell’efficienza energetica: consuma molto meno rispetto ai modelli tradizionali, sfruttando l’energia presente nell’aria per riscaldare l’acqua.
Come funziona
A differenza degli scaldabagni elettrici classici, questo tipo utilizza un sistema simile a quello di un condizionatore: estrae calore dall’aria esterna o interna e lo trasferisce all’acqua tramite un compressore e un circuito refrigerante. Il consumo di energia elettrica serve solo ad alimentare il sistema, non direttamente a riscaldare l’acqua.
Perché conviene
- Risparmio energetico fino al 70% rispetto a un modello tradizionale
- È perfetto per chi ha impianti fotovoltaici: puoi sfruttare l’energia solare per un’acqua calda davvero green
- Può essere installato anche in ambienti non riscaldati (come garage o locali tecnici)
Cose da sapere prima dell’acquisto
- Costa di più rispetto a uno scaldabagno tradizionale (ma il risparmio nel tempo è importante)
- Richiede uno spazio maggiore per l’installazione
- Può essere rumoroso se installato all’interno, quindi va posizionato con attenzione
Quando sceglierlo? Se hai consumi elevati di acqua calda e vuoi ridurre i costi in bolletta nel lungo termine, oppure se stai ristrutturando casa e vuoi investire in un impianto efficiente e sostenibile.
Quanto consuma uno scaldabagno elettrico
Quanto incide davvero lo scaldabagno sulla bolletta della luce? È una delle domande più frequenti, soprattutto quando arriva il conto dell’elettricità.
Lo scaldabagno, infatti, è uno degli elettrodomestici che consumano di più, ma non tutti i modelli sono uguali e il consumo dipende da diversi fattori.
Scopriamo quanta energia richiede in media uno scaldabagno e quali variabili fanno davvero la differenza.
Formula per calcolare il consumo energetico
Consumo energetico (kWh) = Potenza (watt) x Tempo di utilizzo (ore) ÷ 1.000
Ad esempio, se il tuo scaldabagno ha una potenza di 4.000 watt (4 kW) e lo usi per 3 ore al giorno, il calcolo del consumo energetico giornaliero sarà il seguente:
Consumo giornaliero = 4.000 watt x 3 ore ÷ 1.000 = 12 kWh al giorno
Il consumo dipende da:
- Potenza della resistenza (di solito tra 1.000 e 2.000 W)
- Durata di funzionamento giornaliera
- Capacità del serbatoio
- Frequenza e quantità di utilizzo
Se moltiplichiamo il consumo giornaliero per i giorni del mese, possiamo ottenere il consumo mensile e quindi avere un’idea precisa di quanto inciderà sulla bolletta.
Esempio pratico:
Se il tuo scaldabagno consuma 12 kWh al giorno e lo usi ogni giorno del mese (30 giorni), il consumo mensile sarà:
12 kWh x 30 giorni = 360 kWh al mese.
Ora, supponendo che il costo medio dell’energia sia di 0,25 € per kWh, il tuo scaldabagno avrà un costo mensile di:
360 kWh x 0,25 € = 90 € al mese.
Cosa incide sul consumo di uno scaldabagno elettrico
Non è solo una questione di litri e watt. Il consumo dello scaldabagno dipende da molteplici aspetti: abitudini familiari, temperatura impostata, orari di utilizzo, perfino la posizione in cui è installato. Capire questi fattori è il primo passo per evitare sprechi e ottimizzare l’uso quotidiano. Vediamo nel dettaglio cosa incide davvero sui consumi.
- Quantità di acqua calda utilizzata
Sembra ovvio, ma vale la pena sottolinearlo: più acqua calda consumi, più energia serve per riscaldarla. Una doccia lunga può consumare anche 60–80 litri d’acqua, mentre una veloce ne usa meno di 30. Se in casa siete in molti o usate l’acqua calda anche per lavare i piatti o fare il bucato, i consumi salgono rapidamente.
Consiglio: installa riduttori di flusso sui rubinetti e privilegia le docce brevi per abbattere i consumi.
- Temperatura impostata
Impostare una temperatura troppo alta (oltre i 60–65 °C) aumenta il consumo in modo esponenziale. Ogni grado in più richiede un maggiore sforzo da parte dell’apparecchio, con conseguente spreco energetico.
Consiglio: una temperatura tra i 45 e i 55 °C è spesso sufficiente per l’uso domestico quotidiano e garantisce il giusto equilibrio tra comfort e risparmio. - Isolamento del serbatoio (dispersione termica)
Il calore si disperde, soprattutto se il serbatoio non è ben isolato. Più è efficace l’isolamento, meno energia serve per mantenere l’acqua calda nel tempo. I modelli più datati o economici spesso soffrono di dispersioni elevate.
Consiglio: se non vuoi sostituire lo scaldabagno, puoi migliorare l’isolamento avvolgendolo con una copertura termica (in commercio ne esistono di apposite ed economiche). - Posizione dell’apparecchio
Installare lo scaldabagno in un locale freddo (come una cantina o un garage non riscaldato) comporta un maggior dispendio energetico, perché l’ambiente ostacola il mantenimento della temperatura interna del serbatoio.
Consiglio: se possibile, posiziona lo scaldabagno in una zona temperata e riparata della casa. Altrimenti, cerca di isolare meglio la stanza in cui si trova. - Orari di utilizzo e fasce orarie
Utilizzare lo scaldabagno nelle fasce orarie più costose (come la F1 nei contratti domestici italiani) può far salire la bolletta anche a parità di consumo. Inoltre, se lo usi sporadicamente durante il giorno, rischi di scaldare acqua inutilmente per ore.
Consiglio: se hai un contratto con fasce orarie, programma l’accensione dello scaldabagno nei momenti più economici (es. sera e weekend). Usa un timer o un modulo smart per automatizzarne l’accensione.
Come risparmiare con lo scaldabagno elettrico
Risparmiare si può, senza rinunciare all’acqua calda. Basta qualche accorgimento pratico per ridurre i consumi e alleggerire la bolletta, anche senza cambiare impianto.
Vuoi ridurre i consumi senza rinunciare al comfort?
Ecco alcuni consigli pratici:
✅ Imposta il termostato tra 50 e 55°C: è sufficiente per uso quotidiano ed evita sprechi.
✅ Installa un timer o un cronotermostato per programmare l’accensione solo nei momenti utili.
✅ Coibenta il serbatoio con un rivestimento termico se è vecchio o mal isolato.
✅ Sfrutta le fasce orarie con tariffe più basse se hai una tariffa bioraria.
✅ Effettua regolarmente la manutenzione e la rimozione del calcare, che riduce l’efficienza della resistenza.
Conviene spegnere lo scaldabagno di notte?
Domanda frequente. La risposta è: dipende dall’uso e dal modello.
- Se lo usi solo la mattina e la sera, sì, spegnerlo di notte (o durante il giorno) può farti risparmiare.
- Se è un modello ad accumulo ben isolato, mantenerlo acceso può essere più efficiente che riscaldare da zero ogni volta.
- Con un timer, puoi programmare accensione e spegnimento in base alla tua routine, ottimizzando comfort e consumi.
La scelta migliore è usare un cronotermostato che adatta l’uso alle tue abitudini quotidiane.
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